Un album difficile, che si apre con l’ultima lettera di un uomo alla moglie. È a San Vittore, è stato arrestato dai fascisti, sta per partire per il Campo di Concentramento di Fossoli, a Carpi, sulla strada per Mauthausen. L’uomo, un ferroviere milanese di 40 anni, milita nelle Brigate Garibaldi, ed il 7 marzo 1943 scrive alla moglie una lettera dignitosa e straziante. Il 10 settembre 1948 l’International Refugee Organisation comunica alla famiglia che in uno dei volumi del Totenbuch, il libro dei morti del Campo di sterminio, appare il nome dell’uomo, morto il 7 marzo del 1945 in un annesso del Campo, il Kommando Solvay, per una “akute Herzschwaeche”, una insufficienza cardiaca acuta. Il luogo d’inumazione, dice il documento, non è noto. Attorno a questi pochi documenti e a due foto dell’uomo, si sviluppa un consistente album sui viaggi della memoria delle figlie a Mauthausen, a partire dalla fine degli anni ‘50 fino agli anni ‘90, quando l’album viene assemblato. Nelle foto gruppi di parenti, di militanti, con le loro associazioni, provenienti da tutta Europa. Le figlie cercano e fotografano i luoghi del martirio del padre, gli angoli più drammatici del Campo di sterminio. Anche alle figlie l’uomo si rivolge nella lettera inviata alla moglie nel 1943: “Cara moglie, per ora mi trovo ancora a S. Vittore corre voce che si parte questa notte ma si rimarrà in Italia in un campo di concentramento in provincia di Modena, di salute sto bene, il morale è alto qui non ci trattano male mangiare ce ne abbastanza, dunque non pensar male non fare nessun passo tanto non vale più niente. attenta come parli non maledire nessuno e ricordati solo le nostre bambine solo quelle che devi pensare ora che non so quando torno insegna solo ad amare solo l’Italia e a pregare Iddio solo quello che ci da la forza superare questa cosa tu sai che non ne o’ colpa però non maledire nessuno. Dì a N. che faccia la brava e che ti aiuti che compatisca sua sorella che è più piccola e si vogliono bene solo pensano a suo padre che quando ritornerò almeno sarò felice e contento. spero che dopo mi lascieranno scrivere, vi saluto e vi bacio tutte e tre. tuo marito vi raccomando bambine”. Il collezionista avrebbe preferito che questo album restasse nelle memorie familiari, ma i percorsi della vita sono contorti, e ha preferito “salvarlo”, per renderlo noto e a suo tempo per donarlo a chi cura la memoria dei Campi di sterminio. Le 150 fotografie documentano con cura le visite e le manifestazioni nella ricorrenza della liberazione del Campo, in un lungo periodo. La grande cura nella confezione dell’album, così come le note ai margini delle foto, sono un commovente omaggio di due figlie alla memoria del padre.
Ordinamento
nessuno
Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza
-
Condizione giuridica
nessuno
Cronologia produzione
1950 / 1960
Cronologia formazione
- / -
Produttori
-
Soggetti
Guerra (Campo di concentramento; Memoria)
Autori
Anonimo
Data redazione
2022
Note
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