Il fondo è composto da circa 500 mila negativi fotografici, oltre ad alcune migliaia di stampe e lastre di vetro.
I negativi in vari formati (35 mm, 120 e lastre medio formato) sono conservati in buste contenute in scatole numerate in modo progressivo. In alcuni casi i negativi risultano ancora arrotolati ed avvolti in un foglio con indicato il numero del servizio fotografico. Per i primi anni d’attività (anni ’20-’30) i negativi sono andati dispersi e sono rimaste solo le stampe (circa 2000), mediamente nei formato 6x9, 13x18 o 18x24 e circa 2000 lastre fotografiche in vetro.
L’ordinamento dell’archivio è facilitato dalla presenza di quaderni manoscritti dallo stesso fotografo, con gli indici dei servizi fotografici. Questi mezzi di corredo forniscono le indicazioni sui contenuti di una parte consistente del fondo, poiché per ogni servizio fotografico sono indicati la data, il luogo e l’avvenimento rappresentato, oltre al numero della scatola e della busta.
Ordinamento
cronologico
Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza
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Condizione giuridica
proprietà ente privato
Cronologia produzione
1923 / 1973
Cronologia formazione
1923 / 1973
Produttori
Carbone, Riccardo, nacque a Napoli il 17 ottobre 1897. Originario del quartiere Mercato, è stato uno dei pionieri del fotogiornalismo partenopeo e per circa cinquant’anni ha tenuto la città dentro il suo obiettivo. La sua carriera da fotoreporter iniziò negli anni Venti. Alla fotografia si era avvicinato non molto tempo prima. Era una passione che coltivava nel periodo in cui studiava chimica all’università di Napoli. Il percorso universitario di Carbone si interruppe al terzo anno. Da lì in avanti, il suo rapporto con la fotografia divenne ancora più profondo, passando da semplice interesse a cui dedicarsi da amatore a lavoro vero e proprio con l’inizio della collaborazione con “Il Mattino”. L’arrivo di Carbone portò una ventata di novità sulle pagine del giornale. L’attenzione e la considerazione per l’immagine come documento fondamentale per accompagnare ed ampliare il racconto giornalistico aumentò vertiginosamente e gli spazi per le fotografie di Carbone si moltiplicarono. Divenne così di fatto il fotoreporter di riferimento per il quotidiano. Agli eventi veniva accreditato come “giornalista” e si guadagnò, secondo alcune fonti, perfino «la qualifica inedita di “redattore fotografo”, un incarico unico a Napoli, che ricoprirà fino al 1970.
L’attività di Carbone si bloccò per circa due anni, tra il 1943 e il 1944, per gli effetti della Seconda Guerra Mondiale. Riprese nel 1945. Nel frattempo, “Il Mattino” aveva sospeso le pubblicazioni e Carbone iniziò a collaborare con un nuovo giornale cittadino, “Il Risorgimento”. La collaborazione con “Il Mattino” ricominciò nel 1950, con il ritorno in edicola del quotidiano. La fine della Seconda Guerra Mondiale lasciò in eredità una Napoli dilaniata, non solo dai bombardamenti e dagli scontri bellici, ma anche sotto il profilo sociale. Il lavoro di Carbone continuò negli anni del dopoguerra, ma senza l’oppressione del regime ebbe l’opportunità di allargare il proprio orizzonte e il proprio sguardo.
Fu dopo questo periodo che prese slancio la fotoagenzia “Napoli”, in cui Carbone allevò un gruppo di ragazzi destinati ad entrare nella storia del fotogiornalismo partenopeo. Tra questi, Giacomo Di Laurenzio, Guglielmo Esposito, Franco Pappalardo, Mario Siano. Nelle immagini sfilerà la Napoli del boom economico e della speculazione edilizia. Il percorso professionale di Carbone a “Il Mattino” andò avanti fino al 1970. Continuò però a fare il fotoreporter per tre anni ancora. Morì a Napoli, a 76 anni, il 17 dicembre 1973.
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