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Fototeca Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI-Torino 45.059674, 7.697180 Fototeca Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI-TorinoPiazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino, TO (Indicazioni stradali)

Fototeca Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino

E-mail

veronica.lisino@museomontagna.org

Regione

Piemonte

Provincia

Torino

Comune

Torino

Indirizzo

Piazzale Monte dei Cappuccini, 7

Definizione

archivio

Tipologia

istituzionale

Consistenza

100.000-500.000

Descrizione e composizione

Sebbene l’interesse del Museo per la fotografia e le fotografie fosse già presente nei primi anni dalla sua fondazione (1874) e ancor prima dalla fondazione del CAI (1863), a cui soci italiani e stranieri facevano cospicue donazioni di diverso materiale fotografico, la necessità di disporre di un vero e proprio archivio emerse chiaramente all’interno della Sezione di Torino solo alla fine degli anni Trenta del Novecento, con l’apertura del rinnovato Museo, con un percorso di progressivo avvicinamento a partire dalla fondazione del Fotogruppo Alpino, nel 1925. A oggi quindi la Fototeca risulta determinata dall’intersezione di vicende istituzionali diverse: il vero e proprio Museo, nei suoi sviluppi successivi, e la Sezione di Torino del CAI e i diversi organismi a questa connessi, come la redazione del “Bollettino” CAI o della “Rivista” CAI, il Fotogruppo Alpino e la Biblioteca Nazionale; in una commistione di relazioni, scambi reciproci e vicinanze fisiche, a partire dalla condivisione passata e presente delle sedi. Attualmente la consistenza complessiva ammonta a ca. 260.000 fototipi tra negativi, positivi su vetro o pellicola (diapositive) e positivi su carta (stampe). Il materiale, in continuo accrescimento grazie a nuove acquisizioni e donazioni, ha un’ampia cronologia di produzione a cui corrisponde inevitabilmente una varietà di materia e tecnica di ripresa e stampa dei materiali: a partire dagli esordi della fotografia con il ritratto con fondale di scena montana in dagherrotipo di provenienza americana, attraverso una consistente quantità – la maggiore in percentuale – di fototipi datati/databili dalla seconda metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento agli anni Settanta del secolo scorso, fino a diapositive e stampe a colori degli anni Duemila, con una minima parte, ancora da riordinare, in formato digitale. Un excursus che documenta, con intrecci e rimandi, la storia della fotografia di settore. I soggetti sono documentazione di tutte le principali montagne del mondo, nei loro più eterogenei aspetti. Dalle raccolte primigenie, donazioni fatte Club Alpino Italiano, appena nato (1863), poi in parte convogliate nell’erigendo Museo (1874) a cui si aggiunsero in anni recenti quelle appartenenti alla Biblioteca Nazionale CAI (2003) – a loro volta anche donazioni alla Sede Centrale o alla Sezione torinese del CAI dai primi anni di fondazione, le collezioni fotografiche si sono enormemente ampliate, non solo per consistenza, ma anche per contenuto, riflettendo il cambiamento interno al CAI e al Museo, e della concezione stessa della montagna da parte degli enti a essa legati e della società in generale. All’eterogeneità dei soggetti (paesaggi e panorami, spedizioni, mestieri e costumi tradizionali, ritratti, infrastrutture, tecniche di scalata, architettura alpina, vulcanologia, geologia e speleologia, foto di scena da film, ecc.) e alla cronologia così ampia corrisponde una ricca raccolta di materiali fotografici differenti: negativi e diapositive su vetro e pellicola, carte salate, carte a sviluppo (metodo Blanquart-Évrard), autocromie, stampe all’albumina, stereoscopie, ferrotipi, aristotipi (citrati e celloidine), stampe al carbone, cartoline “vera fotografia”, gelatine ai sali d’argento (cloruro, bromuro, cloro-bromuro) e su carta politenata (dal 1970 in poi), stampe e diapositive a colori, esempi di carte virate, stampe e diapositive colorate a mano, fotomontaggi; a cui si aggiungono processi di stampa fotomeccanici come fototipie, fotoincisioni, woodburytipie, dal nome dell’inventore W. B. Woodbury, note anche come fotogliptie, e fotocromie. L’ordinamento delle serie e dei fondi è in parte discontinuo: se non in pochi limitati casi in cui si è seguito un criterio tematico o topografico, è stato fatto per la maggior parte secondo una suddivisione autoriale; criterio che, come il precedente topografico o tematico utilizzato da Adolfo Hess e dai suoi predecessori per le stampe del Fondo del Fotogruppo Alpino e del Fondo diapositive del CAI, limita in parte l’accesso e la fruibilità del materiale, vincolando l’archiviazione dei fototipi alla loro catalogazione. Risultato di sedimentazioni successive e possibilità di inventariazione per oggi limitate ma al tempo le sole, l’archivio odierno, diversamente da quello storico, grazie all’informatizzazione degli archivi e all’uso di software di catalogazione consente non solo una grande facilità di accesso alle informazioni ma anche una libertà di archiviazione prima impensabile, rispetto alla quale la fisicità dell’oggetto e la sua collocazione sono elementi del tutto indipendenti.

Ordinamento

misto

Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza

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Condizione giuridica

proprietà ente privato

Cronologia produzione

1850 / -

Cronologia formazione

1863 / -

Produttori

Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" – CAI-Torino, Il Museomontagna, al Monte dei Cappuccini di Torino, si trova in una straordinaria posizione panoramica, dalla quale si possono ammirare 400 chilometri di Alpi e la sottostante città.
È il 1874 quando i soci del Club Alpino Italiano, nato a Torino nel 1863, realizzano qui una Vedetta per osservare il panorama delle Alpi Occidentali. Alla prima edicola, dotata di cannocchiale, si aggiunge negli anni l’esposizione di oggetti e documenti relativi alle prime imprese alpinistiche e allo studio delle montagne, costituendo il nucleo originario del Museo Alpino.
Oggi il Monte dei Cappuccini è un polo culturale dedicato alla montagna e alla sua cultura. Si articola in tre strutture separate, ma complementari: una dedicata agli incontri (Centro Incontri e Ristorante Monte dei Cappuccini), una alla documentazione (Area Documentazione con archivi e raccolte) e una alle esposizioni (Sale mostre della Collezione permanente e per le esposizioni temporanee).
Il Museomontagna unisce idealmente, sotto diversi e molteplici aspetti, rappresentati anche dalla quantità e dalla varietà delle sue collezioni, le montagne di tutto il mondo. Attraverso un’ampia e composita attività – documentazione e ricerca, acquisizione e conservazione, ma anche valorizzazione, divulgazione e didattica con mostre (permanenti e temporanee), incontri, programmi di eventi e pubblicazioni – il Museo rappresenta oggi uno spazio pubblico di riflessione e confronto sulla montagna, terreno privilegiato attraverso cui indagare il presente, tra passato e futuro.

Soggetti

Montagna (Paesaggio; Scienze della terra; Ritratti; Sport; Usanze; Botanica; Cultura popolare; Spedizioni polari; Spedizioni scientifiche; Ascensioni alpinistiche; Guerra; Alpinismo; Architettura; Alpinisti)

Autori

Pierlorenzi, N.; Tairraz, Pierre; Washburn, Henry Bradford; Heckel, Vilém; Kawaguchi, Kunio; Muzet, Victor; Gyger, Emanuel Thor; Sommer, Giorgio; Comici, Emilio; Keystone View Co.; Underwood & Underwood; Bonatti, Walter; P. [hotoglob] Z. [urich]; Rey, Guido; Ravelli, Francesco; Piacenza, Mario; Nebbia, Alessio; Muratore, Guido; Giulio, Cesare; Hess, Adolfo; Fotogruppo Alpino CAI-Torino; Fantin, Mario; Maraini, Fosco; Chautemps, Guy; Sella, Vittorio; Ghedina, Giuseppe; De Agostini, Alberto Maria

Data redazione

2017

    • Autore non identificato, Ingrid Bergman e Gregory Peck in una foto dal film Spellbound [Io ti salverò] di Alfred Hitchcock, 1945, gelatina cloro-bromuro d’argento/ carta, positivo b/n, CC BY-SA
    • Kawaguchi, Kunio, [Campo di neve scavato a ‘cucchiaiate’], 07/1970, gelatina bromuro d’argento/ carta, positivo b/n, CC BY-SA
    • Gyger, Emanuel Thor, Il Cervino d’inverno, 1930 circa, gelatina cloro-bromuro d’argento/ carta, CC BY-SA
    • Heckel, Vilém, [Krkonoše], 1962, gelatina bromuro d’argento/ carta, positivo b/n, CC BY-SA
    • Washburn, Henry Bradford, Dopo il temporale, [Cresta Est del Doldenhorn, Svizzera], 1960, gelatina bromuro d’argento/ carta, positivo b/n, CC BY-SA
    • Gugliermina, Giovanni Francesco, Colle Zurbriggen, disegno a matita e carboncino da una fotografia di Vittorio Sella, Fondo Fotogruppo Alpino, 1898, disegno a matita e carboncino, da fotografia, CC BY-SA
    • Tairraz, Pierre, [Salendo il Monte Bianco], 1960 circa, gelatina bromuro d’argento/ carta, CC BY-SA
    • Pierlorenzi, N., Viadotto – chiusura della volta – alla prog[ressiva] 14502,70 – Imp. Cianfarani & Pozzi. Dall’album Ferrovie Calabro Lucane / tronco Porto S. Venere Monteleone / tratta fra le progr. 5000 – 15029 / Fotografie di opere d’arte in costruzioni / Impresa Cianfarani e Pozzi / fot. N. Pierlorenzi, p. 2., 1927, gelatina bromuro d’argento virata/ carta, positivo b/n, CC BY-SA
    • Autore non identificato, [Mount Rainier], 1910 circa, orotone/ vetro, positivo su lastra di vetro alla gelatina bromuro d'argento, CC BY-SA
    • Muzet, Victor, Aiguilles du Dru vues de Montanvers, 1860 circa, albumina/ carta, positivo monocromo, CC BY-SA