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Archivio fotografico della Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna - Bologna 44.492504, 11.346167 Archivio fotografico della Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna - BolognaVia Castiglione 7 - 40124, Bologna, BO (Indicazioni stradali)

Fondo Podio

Indirizzo web

-

Regione

Emilia-Romagna

Provincia

Bologna

Comune

Bologna

Indirizzo

Via Castiglione 7 - 40124

Definizione

fondo

Tipologia

professionale

Consistenza

1.000-5.000

Descrizione e composizione

Il fondo è composto da:
- circa 1960 positivi BN: prevale il formato 18x24 (1650 unità ca.), ma sono presenti anche il 10x15 (ca. 200 unità) e il 13x18 (ca. 85 unità). Sono presenti inoltre, in quantità esigue, i formati 15,5x23,5; 17x22,5; 20x30.
- 220 negativi su pellicola formato 13x18
- 120 lastre negative su vetro di formati vari (13x18, 10x12, 6x6…)
- circa 650 diapositive formato 24x36 con telaietto. : I positivi originali sono contenuti in 9 raccoglitori ad anelli e buste di plastica che contengono in parte le buste originali ben conservate, spesso con indicazioni relative agli studi fotografici o alla commissione del restauro (nel caso di pessime condizioni conservative delle buste queste sono state sostituite ma ne è stata apposta fotocopia sul nuovo contenitore per mantenere memoria di eventuali timbri o iscrizioni).
Tutti i negativi su pellicola condizionati (184) sono conservati in due scatole telate con buste ad anelli e sono stati riprodotti in stampe formato 10x12 (anch’esse inserite in scatole telate). Le lastre negative su vetro sono conservate in buste a quattro falde e scatole di conservazione con numerazione esterna a matita (riprodotte in stampe formato 10x12). Le diapositive 35 mm. sono contenute in due scatole con numerazione progressiva su telaietto.
78 lastre negative (di cui 68 di formato 10x12) che si discostano completamente dal resto del materiale del fondo, incentrato sulla documentazione dell’attività di restauro.
Si tratta di un nucleo omogeneo con fotografie di famiglia che comprende ritratti, gruppi, esterni, vedute.

Ordinamento

nessuno

Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza

-

Condizione giuridica

nessuno

Cronologia produzione

1900 / 1986

Cronologia formazione

1966 / 1986

Produttori

Decio e Benito Podio

Soggetti

Documentazione del patrimonio storico artistico (sculture; Dipinti)

Autori

Casa della Foto; Arte Fotografica srl; Boccardi, Cosimo; Fototecnica; C.N.B. & c.; Fotofast

Data redazione

2016

Note

Quella dei Podio fu un’importante famiglia di restauratori di dipinti che nel corso del Novecento operò, per tre generazioni, nelle principali città italiane. Consuetudine che accompagna la pratica di restauro è la documentazione fotografica sull’opera, per mantenere memoria dello stato conservativo precedente, per individuare criticità o peculiarità, per sottolineare il tipo di intervento eseguito. Anche i Podio si rivolgono, a Roma come a Bologna, a studi fotografici specializzati in riprese di opere d’arte e lasciano sedimentare nel corso del tempo un archivio personale che procede di pari passo con la loro attività professionale. In molti casi però preferiscono eseguire personalmente le riprese delle opere restaurate lasciando ai laboratori fotografici solo lle incombenze di sviluppo e stampa. Dal 1975 Decio e Benito Podio cominciarono a collaborare col Prof. Antonio Boschetto che si preoccupò di dare un ordinamento al materiale fino a quel momento prodotto e conservato (nel 1987, inoltre, Boschetto fece eseguire a Bologna da Benito Podio e Manuela Mattioli il restauro della “Pietà” di Angelo Massarotti, ora a Castelverde (Cremona).
Con la morte dei due titolari del laboratorio gli eredi decisero di dare in deposito alla Soprintendenza l’intero fondo, aggiungendo anche alcune fotografie di famiglia databili agli anni ’20-’30. In seguito il semplice deposito fu formalizzato con un atto amministrativo tra l’ente depositario e la moglie di Benito Podio, signora Maria Grazia Guerrini Podio.
Il fondo fotografico si presenta come una risorsa indispensabile per la ricostruzione della storia conservativa delle opere in essa raffigurate, soprattutto se si considera che la documentazione cartacea e fotografica relativa ai lavori di restauro svolti tra il 1960 e il 1980 è spesso lacunosa, quando non inesistente.
L' intervento prioritario è stato di carattere conservativo ma prima di procedere con lo scorporo di materiali morfologicamente differenti è stata approntata una scheda di unità di condizionamento, ovvero una scheda che riporta in maniera puntuale lo stato in cui il fondo è approdato in archivio. La scheda comprende una parte relativa alla tipologia di contenitore (busta, scatola), la sua identificazione attraverso un numero di inventario, la descrizione fisica (eventuali iscrizioni, titolazioni, date), i riferimenti cronologici e soprattutto il contenuto di ogni busta dal punto di vista morfologico (presenza di positivi, negativi, diapositive con relative quantità) che da quello iconografico (a quale restauro si fa riferimento). E’ presente anche un campo di annotazioni varie in cui il catalogatore ha potuto inserire indicazioni sui fotografi o studi fotografici presenti, valutazioni sullo stato conservativo, indicazioni sulla presenza di calligrafie particolari utili al fine di individuare la paternità dell’ordinamento originale. Questo lavoro è stato eseguito tra la fine del 2005 e la fine del 2006 da una collaboratrice esterna dell’archivio (Serena Sandri). Contestualmente alla creazione di questo database (riferito alle sole fotografie di restauro senza comprendere quelle familiari), è stata realizzata una tabella in excel che traccia una mappatura dei restauri individuando autore, titolo, luogo di collocazione e anno del restauro di ogni singola opera, con riferimento all’inventariazione creata nel data base.
Il fondo Podio contiene la documentazione fotografica di un numero rilevante di restauri –circa 350 dipinti- eseguiti da Decio e Benito Podio alla fine degli anni Sessanta e nel corso degli anni Settanta. Si tratta prevalentemente di dipinti che appartengono a musei e chiese del territorio emiliano romagnolo, ma è presente anche un consistente numero di opere legate all’attività romana e genovese di Benito. E’ il caso della documentazione fotografica delle fasi di consolidamento, tramite parchettatura, della tavola di Pieter Paul Rubens raffigurante Venere e Marte, conservata a Genova a Palazzo Bianco, oppure, nel medesimo palazzo, delle ante del dittico dipinto da J. Provost, con S. Elisabetta di Ungheria e S. Pietro. Le immagini mostrano i lacerti di pittura sul retro delle tavole (ora non più visibili) prima dell’intervento di consolidamento.
Le fotografie testimoniano inoltre importanti campagne di restauro, come ad esempio quelle condotte a Ravenna ricordate dall’articolo di Umberto Foschi (Recenti restauri di pitture ravennati, in «Bollettino Economico Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Ravenna», XXX, 4, aprile 1975, pp. 359-364), ma anche a Carpi, Ferrara, Cesena, Forlì, Finale Emilia, Imola, Lonato, Rimini ecc. Il fondo contiene molte immagini dedicate a foderature, tra le quali si ricordano quelle eseguite su alcuni dipinti che giacevano in gravissime condizioni nei depositi della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Entrambi i restauratori avevano la consuetudine di apporre sulle foderature un timbro.

    • Fotofast, Ferrara, Pinacoteca Nazionale, Crespi G.M., Miracolo di San Francesco Saverio, part. durante il restauro Benito Podio, gelatina bromuro d'Ag/ carta, CC BY-NC-ND
    • Anonimo, Gruppo di famiglia in esterno, gelatina bromuro d'Ag/ vetro, CC BY-NC-ND
    • Anonimo, Bologna, Interno dello studio di Publio, poi Decio e Benito Podio, Albumina/ carta, CC BY-NC-ND
    • Fotofast, Porretta, Santa Maria Maddalena, D. Calvaert (o E, Procaccini jr), Noli me tangere, durante il restauro, gelatina bromuro d'Ag/ carta, CC BY-NC-ND
    • Fotofast, Ravenna, Duomo di San Giovanni in Fonte, Guido Reni, Mosè con il popolo Ebreo che raccoglie la manna, part. durante il restauro Decio e Benito Podio, trasparenza colore/ pellicola, CC BY-NC-ND
    • Fotofast, Ravenna, Duomo di San Giovanni in Fonte, Guido Reni, Mosè con il popolo Ebreo che raccoglie la manna, Intero a luce radente prima del restauro Decio e Benito Podio, gelatina bromuro d'Ag/ carta, CC BY-NC-ND