Eventi

La conservazione archivistica nell’era del GDPR: il nodo degli archivi privati e dei dati penali

30-01-2019

Le fondazioni, gli istituti culturali, le imprese e gli altri soggetti privati possono continuare ad acquisire e conservare archivi storici contenenti dati personali o gli è proibito dal Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali (GDPR). Il GDPR risponde all’esigenza di tutelare i cittadini dall’invadenza dei giganti del web. Ma potrebbe avere la conseguenza non voluta di impedire la conservazione di archivi da parte di enti culturali privati. Il GDPR, inoltre, pone rigide limitazioni al trattamento dei dati personali relativi alle condanne penali e ai reati. Si tratta di una norma giusta, a tutela dei diritti e libertà individuali, che però rischia di ostacolare l’attività delle associazioni delle vittime di mafia e terrorismo e delle organizzazioni della società civile impegnate nel contrasto alla criminalità. Su questi temi, la Direzione Generale Archivi, l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana e l’Istituto Centrale per gli Archivi invitano l’ufficio del Garante per la protezione dei dati personali, il Ministero della Giustizia, archivisti che operano in archivi pubblici e privati, accademici ed esponenti della società civile ad una giornata di studio e confronto.

ext_linkVai al sito

Ministero per i beni e le attività culturali - Sala Spadolini

Roma, via del Collegio Romano, 27

Caricamento delle mappe in corso - restare in attesa...

La conservazione archivistica nell’era del GDPR: il nodo degli archivi privati e dei dati penali 41.898747, 12.480689 La conservazione archivistica nell’era del GDPR: il nodo degli archivi privati e dei dati penaliMinistero per i beni e le attività culturali - Sala Spadolini, via del Collegio Romano, 27, Roma, (Indicazioni stradali)