Il fondo fotografico Italsider – Ilva di Bagnoli costituito da 35.000 fototipi tra album, stampe fotografiche sciolte in scatola, lastre in vetro, negativi fotografici nei formati 35mm, 120 mm e pellicole piane nei formati dal 6x9 al 18x24 cm, relativi all’attività dell’azienda dagli anni Trenta agli anni Novanta del 1900.
La documentazione illustra, con immagini di anonimi accanto a fotografie d'autore (Gianni Di Domenico, Roberto Troncone, Giulio Parisio, Federico Patellani, Gianni Fiorito), principalmente l'attività dalla ricostruzione del secondo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta, periodo di maggior sviluppo di Ilva (poi Italsider), fondata nel 1909. Dei primi anni restano poche immagini in negativo su lastra di vetro. Gli anni più floridi sono raccontati non solo tramite immagini della fabbrica, dei maestosi impianti in cui si lavora l'acciaio ma anche attraverso le fotografie del welfare aziendale (colonie, case operaie, gruppi sportivi) e degli eventi ufficiali (incontri con intellettuali, politici, delegazioni straniere, la visita al Papa).
Ordinamento
tematico
Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza
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Condizione giuridica
proprietà ente privato
Cronologia produzione
1900 / 1990
Cronologia formazione
- / -
Produttori
Ilva Italsider, la Società Anonima Ilva nasce nel 1905 a Genova, con lo scopo di costruire l’impianto di Bagnoli che comincerà la produzione dell’acciaio nel 1911 (data ufficiale dell’inaugurazione è il 19 giugno 1910).
Nel 1937 l’azienda entra a far parte del gruppo Finsider che raccoglie sotto di sé numerose imprese del settore siderurgico italiano. Dopo la distruzione di oltre il 70% degli stabilimenti avvenuta durante la seconda guerra mondiale tramite i bombardamenti e gli interventi diretti dei guastatori tedeschi, Ilva, come altre aziende del settore, diviene l’oggetto non solo della ricostruzione ma anche di un ambizioso piano di sviluppo che vede la sua attuazione nell’ammodernamento degli impianti come ad esempio l’apertura del quarto altoforno nel 1960 e nell’apertura di nuovi stabilimenti: Piombino, Taranto e Corigliano (Genova) che si fonderà con Ilva nel 1959. Il piano industriale prevede la moltiplicazione esponenziale della produzione di ghisa e acciaio negli anni a venire e, a tal fine, un ingente potenziamento delle strumentazioni e dei macchinari. Questa operazione, simbolo ed effetto del miracolo economico del dopoguerra, ha ricadute notevoli
sull’economia e sulla società locali impiegando, nel 1960, 4.800 dipendenti provenienti dal territorio e dando loro non solo uno stipendio ma anche dignità, riconoscimento sociale e la prospettiva di
una vita migliore concretamente identificabile nelle azioni di welfare che l’azienda mette in campo a cominciare dalle case per i dipendenti che, oltre ad assolvere allo scopo primario di dare un tetto
agli operai e alle loro famiglie, riqualificano anche l’edilizia del territorio.
Le fotografie dell’Archivio raccontano il periodo della ricostruzione post-bellica attraverso una cruda documentazione dei danni di guerra subiti dagli stabilimenti ma presto rimediati – come mostra l’orgoglioso album fotografico dedicato che propone, in accostamento, immagini del prima e del
dopo gli interventi – e si spingono fino al 1965, coprendo gli anni migliori di quel miracolo economico che investì l’Italia.
Soggetti
Ritrattistica (vescovi; intellettuali; presidenti)
Vita quotidiana (Case operaie; Gruppi sportivi; Colonie estive; Welfare aziendale)
Guerra (Ricostruzione post bellica)
Industriale (Cicli di produzione dell'acciaio; Impianti metallurgici)
Fonte: Bagnoli anni Cinquanta. 1911 – 1961, a cura di Italsider, Genova, 1961. Testi di Michele Prisco, Glauco della Porta e fotografie di Federico Patellani.
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