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Fototeca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte
La Fototeca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA) ebbe origine nel 1922 con la creazione del Reale Istituto d’Archeologia e Storia dell’Arte, un organismo statale che nelle intenzioni del suo fondatore Corrado Ricci (Ravenna 1858-Roma 1934) doveva svolgere il ruolo di incoraggiare, coordinare e sviluppare le ricerche nel campo dell’archeologia e della storia dell’arte a livello nazionale; dopo la sua istituzione formale nell’ottobre del 1918, l’Istituto fu effettivamente inaugurato da Ricci il 4 giugno 1922 e da questi presieduto fino al 1934.
La Fototeca ha sede nello storico Palazzo Venezia, con accesso da Piazza San Marco n° 49, ed è fruibile da parte del pubblico negli orari di apertura dell'Istituto, previo appuntamento.
La raccolta fotografica si è andata costituendo intorno ad un nucleo iniziale di circa 15.000 positivi realizzati dal Gabinetto Fotografico del Ministero della Pubblica Istruzione (Gabinetto Fotografico Nazionale), che nel 1922 furono concessi in dotazione all’Istituto dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, dalla quale proveniva pure un importante fondo librario confluito in biblioteca.
In seguito la Fototeca si arricchì tramite vari lasciti, il più cospicuo dei quali fu quello relativo ad oltre 10.000 fotografie appartenute a Corrado Ricci (attuale Fondo Ricci), e poi da vari acquisti effettuati presso le principali ditte fotografiche italiane e straniere, insieme a scambi con enti pubblici e soprattutto importanti donazioni da parte privati e di studiosi. Per molti anni è stato anche attivo un Laboratorio fotografico costituito in seno alla Biblioteca dell’Istituto.
Attualmente la Fototeca raccoglie circa 130.000 positivi fotografici di grande interesse storico e di particolare rarità, datati tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento, oltre ad un fondo – in corso di acquisizione – prodotto tra la fine degli anni ‘60 del XX secolo e i primi anni 2000. Le principali serie fotografiche presenti sono quelle dell’Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo (anni 1900-1915), dei fiorentini Alinari (1890 ca.-1940 ca.), del Gabinetto Fotografico Nazionale (1880-1970 circa) e dell’Istituto LUCE, di Anderson, Brogi, Moscioni e di altre significative ditte attive tra il 1880 e il 1970 sul mercato italiano. Numerosi sono i fotografi operanti in varie città italiane, sia di primaria importanza come Lodovico Tuminello, Cesare Faraglia, Pietro Poppi e i Fotografi dell’Emilia, Giorgio Sommer, Ernesto Richter, Paolo Monti, Achille Villani, Osvaldo Böhm, sia a livello locale. Ben attestate quantitativamente sono anche le immagini riferibili a fotografi stranieri, tra cui le Edizioni Photoglob, Felix Bonfils (Beirut), Schroeder, B. James Valentine (Dundee), Giraudon e Bruckmann. Tra le tecniche fotografiche spiccano le carte all’albumina e alla gelatina ai sali d’argento; sono pure presenti cianotipie, collotipi e carte salate.
Il materiale fotografico è ordinato per fondi, che assumono la denominazione a seconda dei rispettivi donatori (Fondo Ricci, Fondo Lugli, Fondo Galassi, ecc.); all’interno di ciascuno fondo l’ordinamento è organizzato per toponimi; attualmente risultano registrati circa 2.900 toponimi complessivi, corrispondenti ad altrettante località, delle quali circa il 60% italiane.