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ANCR Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza ETS 45.076103, 7.674548 ANCR Archvio Nazionale Cinematografico della Resistenza ETS (Indicazioni stradali)

Studio fotografico Bertazzini

Indirizzo web

-

Definizione

fondo

Tipologia

professionale

Consistenza

50.000-100.000

Descrizione e composizione

Il fondo è costituito dal materiale prodotto dall’omonimo studio di fotografia tra i primi anni Quaranta e la fine degli anni Settanta del Novecento.
Risalgono all’inizio degli anni Quaranta i primi scatti realizzati da Bertazzini, che comprendono manifestazioni di regime, riprese dei bombardamenti su Torino nel 1942, esposizioni ed eventi fieristici e istantanee di gare sportive.
Gli anni Cinquanta e Sessanta furono senza dubbio il periodo di maggiore successo dell’attività di Bertazzini, come testimoniato dal numero di negativi conservati. Di notevole consistenza è il nucleo di negativi 9 x 12 (lastre) o 6 x 6 (pellicola) relativo a cerimonie come nozze, battesimi, foto di classe e feste private, per un totale di circa 45 mila scatti.
Il secondo nucleo più consistente del fondo (circa 18 mila negativi) è costituito dagli scatti di impianti e stabilimenti industriali. Le riprese, generalmente realizzate su lastre di vetro 13 x 18 cm, raccontano la storia di Torino e della provincia attraverso l’occhio di una realtà – quella industriale – in grado di restituire con straordinaria efficacia il contesto del boom industriale del Secondo Dopoguerra.
Questi scatti furono spesso realizzati con finalità pubblicitarie per le singole aziende, e rientrano a pieno titolo nella fotografia industriale propriamente detta, che rappresenta un mezzo di comunicazione dell’aziende assai efficace. L’eccezionale galleria di immagini giunta sino a noi consente di ripercorrere decenni di storia italiana secondo una prospettiva inedita e affascinante.
Ma di notevole interesse ai fini di ricerca storica e culturale sono anche gli scatti dedicati a esercizi commerciali, interni ed esterni di hotel e ristoranti, di cui spesso non è possibile rintracciare l’esatta localizzazione. In altri casi, invece, le riprese sono dedicate a locali e negozi storici della città di Torino, come la rivendita di stoffe Galtrucco, il caffè Fiorio, il caffè Talmone, la gioielleria Repossi, l’emporio Paissa, il negozio di moda Marus, nomi e luoghi familiari per i torinesi, che in alcuni casi sono attivi ancora oggi. Numerosi anche gli scorci inediti di cantieri e palazzi in costruzione, chiese ed edifici in ristrutturazione, di nuove architettura (tra gli altri, il Palasport Ruffini) che contribuiscono ad accrescere il fascino per una documentazione tanto ricca quanto difficile da riassumere in poche righe. Merita infine segnalare il nucleo assai cospicuo dedicato agli eventi cittadini, sia relativi a gallerie d’arte private (come la Galleria Viotti o la Galleria Narciso), sia a saloni espositivi, tra cui particolarmente significativi sono gli scatti che documentano i vari stand della Mostra del Mobile del 1960, del Salone della Sanità del 1965, le riprese dedicate alla Mostra dell’ecologia del 1974 [foto 7], senza dimenticare inaugurazioni ufficiali, come quella dell’aeroporto di Caselle nel 1961.

Ordinamento

numerico

Collegamento alla scheda descrittiva del sistema di provenienza

-

Condizione giuridica

proprietà mista pubblico/privato

Cronologia produzione

1940 / 1979

Cronologia formazione

2016 / 2021

Produttori

Luigi Bertazzini, Luigi Bertazzini, nato a Cuneo nel 1907 e morto a Torino nel 1979, iniziò ad occuparsi di fotografia verso la fine degli anni Trenta del Novecento, e poté contare sull’aiuto e sull’esperienza di Silvio Ottolenghi, noto fotografo torinese, che lo scelse come collaboratore. A seguito dell’entrata in vigore delle leggi razziali, Ottolenghi dovrà lasciare Torino e Bertazzini ne rileverà lo studio in piazza Carlo Felice 23-25, mantenendo anche il noto slogan “Nulla sfugge al mio obiettivo”. Sul finire degli anni Cinquanta egli trasferì la sede della sua attività in via Fratelli Calandra 12, dove sarebbe rimasto per oltre un ventennio; secondo la testimonianza del figlio Walter, lo studio del padre arrivò a comprendere 27 dipendenti, molti dei quali specializzati in determinati soggetti.

Soggetti

Strumenti e macchine
Vita quotidiana
Sport
Pubblicità
Propaganda di regime
Moda
Industriale
Famiglia
Eventi storici
Cronaca
Allestimenti museali
Costume
Architettura
Ambiente urbano

Autori

Bertazzini, Luigi

Data redazione

2024

Note

Conservato presso l’ARCHIVIO NAZIONALE CINEMATOGRAFICO DELLA RESISTENZA (Torino) sin dalla metà degli anni Ottanta, il fondo Studio fotografico Bertazzini, prodotto durante i decenni di attività dello studio fondato e diretto da Luigi Bertazzini (1907-1979), è stato finalmente riportato alla luce dopo una vicenda purtroppo assai comune agli archivi e, in particolare, al materiale fotografico. A partire dal 2016 il fondo, rilevante, come vedremo, da un punto di vista quantitativo ma anche storico-culturale, è stato oggetto di un intervento volto a preservarne l’integrità e a censirne il contenuto, in termini sia di tipologia dei fototipi presenti sia di soggetti delle riprese, dal momento che non esisteva né un elenco di versamento né alcuno strumento di consultazione.
Una parte della storia di questo fondo era nota: negli anni Ottanta il fondatore dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino, Paolo Gobetti, aveva deciso di traslocare il materiale (105 scatoloni) nei depositi dell’archivio onde evitarne la distruzione. Infatti, come è stato possibile ricostruire grazie alla disponibilità del figlio di Luigi Bertazzini, Walter, che è stato rintracciato durante le ricerche preliminari l’avvio del progetto, la maggior parte dell’archivio del padre era stata destinata allo smaltimento. Grande è stato quindi lo stupore del figlio nell’apprendere che quell’enorme quantitativo di negativi, stampe e custodie, stipati in due stanzini a fianco delle sale di posa e di sviluppo in cui spesso si aggirava bambino, era stato recuperato ed era quindi, inaspettatamente, sopravvissuto alla distruzione. Walter Bertazzini ci ha infatti spiegato che, alla morte del padre nel 1979, aveva deciso di rinunciare all’eredità, e aveva spostato tutto il materiale conservato nei locali dello studio in un deposito provvisorio perché fosse smaltito. Per ragioni che non è stato possibile ricostruire, l’archivio non fu distrutto, e rimase abbandonato per alcuni anni in locali che, fortunatamente, hanno consentito la conservazione dei negativi e delle stampe in condizioni accettabili di temperatura e umidità. Soltanto nel 2016, dopo oltre trent’anni, è stato possibile iniziare il lavoro di censimento e di messa in sicurezza del fondo grazie al cofinanziamento della Regione Piemonte, ed è stata realizzata la schedatura e la digitalizzazione di una piccola parte del materiale (1000 negativi), che proseguirà nel 2018 con la riproduzione digitale e la schedatura di un nuovo lotto di negativi.

    • Torino. Befana a Casa Littoria, 06/01/1940, CC BY-SA
    • Torino (provincia). Gioventù italiana del Littorio, 05/1943, CC BY-SA
    • Nichelino. Bus della carrozzeria Scall. Sullo sfondo Palazzina di Caccia di Stupinigi, 18/04/1961, CC BY-SA
    • Torino. Mostra della meccanica, anni Quaranta secolo, CC BY-SA
    • Grugliasco, Interni della Fondpresse, 16/09/1966, CC BY-SA
    • Torino. Mostra dedicata all'ecologia, 1974, CC BY-SA
    • Torino. Via Roma. Insegna del negozio di abbigliamento femminile Marus, 22/05/1940, CC BY-SA
    • Torino. Ditta Bertazzini., anni Sessanta secolo, CC BY-SA
    • Torino. Palazzo a Vela, CC BY-SA
    • Torino. Palazzo del lavoro in costruzione con Fiat 500 Giardiniera, 1960, CC BY-SA