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Fondo Villani
Il Fondo è costituito anche da 2.461 grandi formati (lastre 18X24 al 90 % su vetro). Caratteristica è la grandissima estensione dei toni di grigio (gamma tonale) ottenuta sia dalle raffinate tecniche di ripresa e illuminazione che di sviluppo e stampa. Grazie anche alla intelligente e competente committenza l'Archivio Arte Villani, pur datato nello stato di conservazione delle opere, costituisce tuttora un sensibile diaframma delle molte "nature ed espressioni" dell'arte emiliana. Si intreccia inoltre con il fondo "Biennali d'Arte Antica della Città di Bologna".Nel 1921 si costituisce la Ditta Villani, frutto della collaborazione tra Achille e il figlio Vittorio, allora sedicenne, con sede in Via Santo Stefano 24 e successivo trasferimento nel 1923 in Via Piave 22 (attuale Via Clavature). Lo studio resterà a quell’indirizzo fino al 1932 quando verrà spostato nella sede di Via Santo Stefano 17. Tra il 1920 e il 1950 lo studio sarà interprete di un periodo storicamente complesso, a cavallo tra le due guerre prima e affrontando la fase post bellica poi. Attenti testimoni e lucidi documentatori, i Villani seguono l’evoluzione urbanistica della città e le drastiche demolizioni (cinta muraria, area della Mercanzia e Mercato di mezzo, insediamenti abitativi presso il Palazzo Comunale) oltre al massiccio intervento sulla viabilità in epoca fascista con la costruzione di Via Marconi e l’abbattimento e la cancellazione di interi agglomerati e della loro articolazione viaria. Tra il 1943 e il 1945 documentano i gravi bombardamenti che devastarono parte del centro storico di Bologna.
Nel 1936 venne aperta una succursale in provincia, a Castel San Pietro, che però ebbe vita breve e venne chiusa dopo soli quattro anni.
La presenza di Vittorio all’interno della ditta diede forte impulso all’attività. Uomo dotato di grande passione e inventiva, sperimentatore di nuove tecniche di stampa, Vittorio cominciò dedicandosi in maniera preponderante alla riproduzione di opere d’arte, rivelandosi subito un valido antagonista al monopolio sul settore esercitato da Felice Croci fino alla metà degli anni ’30. Senza pianificare campagne di riproduzione a tappeto, sulla scia degli Alinari o del conterraneo Poppi, si limitò a creare una rete di contatti e committenze conquistandosi nel tempo fiducia e considerazione nel mondo degli storici dell’arte. Al contempo contribuì ad ampliare altri campi d’intervento già individuati dal padre Achille: aumenta l’attenzione per la documentazione dei processi di lavorazione industriale, si concretizzano servizi centrati su grandi aziende (l’industria aeronautica Caproni, Ilva, Buton, le acciaierie di Bagnoli, zuccherifici, distillerie, pastifici). Diviene più solido anche il rapporto con il mondo della pubblicità, in concomitanza con il periodo di ripresa economica post bellica.
Alla morte del padre, con atto pubblico del 30 giugno 1946, il cinquanta per cento della ditta passò a Vittorio e ai fratelli Corrado e Aldo spettò la parte restante. Mentre il primo continuò ad occuparsi dell’attività dello studio, gli altri si dedicarono alla gestione amministrativa dell’azienda.Nel 1950 viene modificata la ragione sociale della ditta in Achille Villani & Figli. Si tratta di un cambiamento di natura squisitamente formale che non va ad incidere sull’attività svolta fino ad ora, ma che si configura come naturale proseguimento ed evoluzione. Si continua l’attività documentaria e divulgativa legata all’industria, all’arte, si mantiene vivo il settore del ritratto con la produzione di foto tessera (1967-1970 ca.), si testimoniano i cambiamenti urbanistici della città (ad esempio i nuovi insediamenti di abitazioni popolari in zone periferiche). Vittorio si specializza in gigantografie a colori che vengono esposte nelle stazioni di Roma e Milano. Nel 1953 nasce la “ Villani Decorazioni S.p.A.”che sviluppa l’idea dell’immagine fotografica di grandi dimensioni utilizzata come complemento d’arredo. Lo studio ha seguito la direzione indicata dalle nuove esigenze della committenza, adeguandosi alle novità tecnologiche e alle richieste del mercato. La dimensione artigianale si affianca all’intraprendenza imprenditoriale e nel 1960 viene aperto in Strada Maggiore il laboratorio colore della Kodak, di cui la ditta Villani diventa gestore unico per l’Emilia Romagna e la Toscana.
Vittorio Villani muore il 31 maggio 1970.