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Fondo Raffaele Faccioli
La formazione di Raffaele Faccioli avvenne primariamente presso il Collegio artistico Venturoli di Bologna, seguito da otto anni di frequentazione dell’Accademia di Belle Arti; completò poi la propria preparazione lavorando a Roma nello studio dell’architetto Antonio Cipolla.
Il rientro bolognese di Faccioli coincise anche con l’inizio della sua professione di insegnante, che lo vide appassionato collezionista di fotografie e docente della Scuola di applicazione degli ingegneri.
A partire dal 1876 iniziarono i primi lavori di restauro del complesso stefaniano, fortemente voluti dal conte Giovanni Gozzadini, che fu affiancato nell’impresa proprio da Faccioli (traccia di questi interventi è reperibile nei 36 positivi relativi al complesso di Santo Stefano).
Il prestigioso mandato successivo arrivò nel 1884, quando il ministro Michele Coppino lo nominò delegato regionale con l’incarico di compilare l’elenco provvisorio dei monumenti nazionali per l’Emilia, la Romagna e le Marche. La rilevazione dei beni architettonici passava naturalmente attraverso una molteplicità di linguaggi tra loro complementari: dalla scheda “catalografica” riferita agli approfondimenti storico-conservativi, al rilievo grafico sino alla riproduzione fotografica. Uno dei due album del fondo mostra in parte questo interesse per i beni architettonici italiani ed esteri: diviso in partizioni che da Bologna si estendono al nord Italia, alle regioni centrali e alla zona peninsulare, poi paesi esteri del Nord, del Mediterraneo, del Medio Oriente. Si evidenziano, per formato e per quantità, alcuni nuclei tematici più indagati (vedi ad esempio le chiese romaniche pugliesi).
Oltre alla compilazione degli elenchi dei monumenti, Faccioli si occupò, negli anni in cui fu funzionario delegato, degli interventi di restauro ad Urbino di Palazzo Ducale, mentre a Bologna di Palazzo d’Accursio e nuovamente di S. Stefano.
Il 10 agosto 1892 Faccioli assunse la carica più prestigiosa, anche se solamente onorifica, la direzione dell'appena costituito Ufficio tecnico regionale per la conservazione dei Monumenti dell’Emilia (normalmente viene indicato il 1891: nell’estate di quell’anno vengono istituiti i 10 Uffici regionali dal ministro Pasquale Villari). L'approccio alla fotografia è collezionistico ma anche funzionale/comparativo rispetto alle attività svolte dal curatore.