Descrizione e composizione
Il Fondo Fotogruppo Alpino della Sezione CAI di Torino documenta l'attività del Fotogruppo fondato il 23 novembre del 1925 dalla Commissione Fotografica della sezione di Torino. Scopi della neonata associazione erano: «promuovere e diffondere la fotografia di montagna in tutte le sue applicazioni; promuovere il perfezionamento tecnico fotografico tra i suoi membri con lezioni, riunioni, gite, esposizioni e concorsi» e soprattutto «formare un archivio fotografico tecnico documentario, artistico e scientifico per conto della Sezione di Torino; curare l'ordinamento delle fotografie al Museo Alpino e la raccolta delle diapositive per proiezioni; mantenere relazioni con gli altri gruppi fotografici italiani ed esteri e procurare facilitazioni ai suoi soci per gli acquisti di materiale fotografico. In realtà il fondo contiene anche fototipi precedenti alla sua fondazione, fotografie ottocentesche in larga parte, come l'intero fondo, usate per le pubblicazioni del CAI ("Bollettino" e "Rivista Mensile").
Il Fondo, arricchito successivamente da cospicue donazioni oltre quelle degli stessi soci del Fotogruppo, ha una consistenza complessiva di ca. 5.100 stampe di vario formato (per lo più piccolo e medio, ma anche grande 30x40, seppur in minor percentuale) montate su ca. 2290 cartoni ordinati per Toponimi.
La raccolta comprende anche autori non pertinenti, vuoi per provenienza (come i francesi Tairraz o gli inglesi fratelli Abraham) vuoi per ragioni anagrafiche (come Vittorio Besso o lo stesso Sella), da cui ne deriva la cronologia di produzione ampia (1870-1950) e la diversità di materia e tecnica (per lo più stampe alla gelatina bromuro d'argento ma anche molte albumine e aristotipi); a cui si aggiungono materiali altri come schizzi, disegni e stampe seppur in quantità decisamente ridotta. Nel suo complesso il Fondo è interessante come documentazione topografica di tutte le Alpi (per la maggior parte, ma non solo perché vi sono anche per esempio le spedizioni extraeuropee di Vittorio Sella - Alaska, Caucaso, Himalaya, Karakorum e Ruwenzori - o di Massimo Strumia nelle Rocciose Canadesi degli anni 1910/1920, o ancora di Sergio Matteoda nelle terre artiche (1928). Ma anche come documentazione storica e scientifica (in particolare glaciologica) oltre che per la qualità stessa delle immagine.
Del nucleo ottocentesco di stampe si segnalano in particolare, oltre quelle di Vittorio Sella e Vittorio Besso, quelle alpine dei fratelli Abraham di Keswich, i grandi panorami realizzati dall'Istituto Geografico Militare per il rilievo del Gran Paradiso, ivi compresa una fotografia dell’Argentera che è parte del rilievo condotto da Pio Paganini nel 1879. Fra gli autori stranieri si segnalano per gruppi di opere: Wuirthle & Spinnhirn di Salisburgo. Wherli dì Zurigo, E. Kern di Ginevra, Emile Gos, Jean Gaberell, il polacco Zwolinski (i monti Tatra) il francese Chaubert (alcune fasi della prima ascensione alle Aiguilles du Diable), ecc. Fra gli italiani, oltre ai già citati Sella e Besso: March, i fratelli Garbari. Origoni, i Gugliermina, Hess, Rey. Ugo De Amicis, i Cibrario, Mario Piacenza, Cesare Giulio, Mario Gabinio, J. d'Entrèves, Flavio, Santi, Oreste Schiavio, Oreste Crudo, Francesci Ravelli, Mario Prandi, Alfredo Corti, Ghedina, Leo Baehrendt, Giraudo. ecc.