Descrizione e composizione
Il fondo delle fotografie stereoscopiche consta di 734 beni fotografici di formato vario (da 45x105 mm, di tipo Verascope, al formato più grande 90x180 mm). Si tratta di positivi su carta e diapositive su vetro realizzate tra il 1850 e il 1930 (albumine, gelatine e autocromie), in taluni casi montate su supporto secondario e caratterizzate da didascalia a stampa. Tutte le fotografie stereoscopiche sono state catalogate e digitalizzate nel Catalogo integrato dei beni culturali: biblioteche.comune.trieste.it.
La raccolta triestina propone i luoghi simbolo dell'immaginario turistico: Trieste, le città italiane del Grand Tour, d'Europa, dell'Egitto e dell'esotico Oriente sino alla Luna.
Trieste è ritratta attraverso i suoi luoghi più noti: Miramare, Piazza Unità, San Giusto, il museo Revoltella, Ponterosso, il Molo Audace, Piazza della Borsa, le chiese, i giardini, i luoghi di ritrovo con i teatri, le corse al trotto, il bagno popolare alla Lanterna e Barcola.
Ma anche se la fotografia stereoscopica è tradizionalmente rivolta al turismo e quindi ai luoghi della vita, alcune immagini sono dedicate al cimitero di Sant'Anna.
Le stereoscopiche del Grand Tour raccontano città come Roma, Amalfi, Firenze oltre ad alcune città europee, tra cui l'immancabile Parigi.
Si segnalano le stereoscopie tipo Verascope realizzate da diversi autori tra cui si ricorda Carlo Coretti e Ulderico Bossi, che descrivono le città d'arte di Roma e Firenze e il pellegrinaggio, datato 28 giugno 1907, compiuto da alcuni triestini alla tomba di Garibaldi a Caprera, a bordo della nave Savoia, in occasione del centenario dalla nascita dell'Eroe dei due mondi. Le immagini costituiscono un interessante diario di viaggio dell'omaggio a Garibaldi, rievocando i momenti dello sbarco, la passeggiata verso la Casa Bianca, la visita alla tomba e alla famiglia.
Dopo la prima guerra mondiale, il pellegrinaggio patriottico riguarderà anche i luoghi degli eroi irredenti. La Fototeca conserva una tarda stereoscopica su vetro dedicata alla lapide di Ruggero Timeus, medaglia d'argento, caduto sul fronte carnico nel settembre del 1915.
Si evidenzia la presenza anche di altre città tra cui: Milano, Udine, Venezia, Pompei, Pozzuoli, Pisa, Firenze, Roma, Palermo, Lucerna, Granada, Berlino, Colonia, Londra, New York, Salisburgo, Praga, Siviglia, ben 32 stereoscopie egiziane (di cui 23 attribuite a Francis Frith), Mosca, Istanbul, Kyoto, Tokyo, Jaipur.
Dieci stereoscopiche descrivono la luna e i suoi effetti luminosi sul mare: le immagini provengono dal legato di Filippo Zamboni. Il donatore si definisce un selenografo e selenomane desideroso di far notare nella luna la presenza di un uomo dalla testa capelluta rivolto a sinistra mentre bacia una testa di donna inclinata, perduta in un mare di capelli, a destra. Nel tentativo di rendere visibile il Bacio nella Luna acquista diverse fotografie stereoscopiche che definisce imperfette, con una densità di macchie brusche nere o isbiadite e veramente anemiche.
Si conservano rari esemplari di autocromie stereoscopiche realizzate dal fotografo Mino Zanutto nel 1907, anno della commercializzazione del procedimento inventato dai fratelli Lumière.
Costanti aggiornamenti dei dati vengono effettuati parallelamente al progredire degli studi relativi al fondo.
Fonte bibliografica: Da Trieste alla Luna in stereo3D: vedere il mondo e restargli nascosto a cura di Claudia Colecchia. Trieste, Civici Musei di Storia ed Arte, 2017