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Archivio fotografico Galleria Regionale di Palazzo Bellomo – Opere esposte – Iconografie pittoriche del XV e XVI secolo
In questa raccolta di immagini digitali: "Iconografie pittoriche del XV e XVI secolo", alcune delle opere esposte alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo sono esempi di iconografia, che testimoniano in modo eccelso la stretta relazione di Siracusa con la pittura gotico-internazionale e spagnola, determinata dagli stretti rapporti politici e culturali tra Siracusa e la Spagna, nella prima metà del 1400, che influenzeranno buona parte della produzione pittorica di quel periodo.
Dalla seconda metà del Quattrocento, la pittura iconografica si avvicina alla scuola toscano-veneta.
I colori intensi dominati da tonalità brune, impreziosite dalle decorazioni in oro e da una grande ricchezza di delicati particolari, molto ben rifiniti, rendono queste opere, al contempo, ricche di dettagli e alleggerite dalle linee verticali.
Le prime tre opere facevano parte di un polittico frammentario attribuito ad un ignoto pittore nella seconda metà del 1400.
Il polittico raffigurava “La Crocifissione”, “San Cristoforo al servizio del re”, e “La predica di un santo cavaliere”.
I tre pannelli facevano probabilmente parte di un complesso di diversi elementi. Il più grande, "La Crocifissione", riporta traccia di un'armatura di sostegno, ad indicare una probabile posizione apicale della rappresentazione. Uno dei due pannelli rappresenta un santo o un giovane cavaliere, forse San Cristoforo, che si presenta, seguito da due valletti, al cospetto del re.
L'altro pannello, con un'estesa lacuna verticale, rappresenta un'altra "scena di vita" dello stesso santo, sempre in abiti borghesi, nell'atto di parlare ad un gruppo di giovani.
Il pittore ignoto a cui fu attribuito il polittico era vicino a Lazzaro Bastiani, un pittore padovano (1429-1512) considerato un esponente tradizionale della pittura veneziana della seconda metà del Quattrocento. Le opere giovanili mostrano vivacità, mentre in seguito l'artista si fa meno flessibile. Si formò presumibilmente presso la bottega di Antonio Vivarini, in un contesto padovano impregnato della personalità del Mantegna. I dipinti successivi mostrano solenni figure verticali entro spazi tracciati con rigorosa prospettiva. Si dimostrò anche un buon ritrattista. Il suo stile, caratterizzato da monotonia e irrigidimento prospettico e da una veduta architettonica complessa, non avrebbe però avuto uno sbocco fecondo.
Appartengono invece ai secoli che vanno dal XV al XVI i dipinti su tavola dei cosiddetti “Madonneri” cretesi-veneziani e slavi, di cui la Galleria possiede la più ricca raccolta in Sicilia.
Opere che ripropongono lo stile iconografico di pittura tardo-bizantina, che ebbe larga diffusione in Sicilia.
I temi iconografici della tradizione bizantina sono perpetuati nella produzione di questo periodo, con formula di icona, come nella religiosità orientale, molto raffinata nella ricercatezza dei colori e delle decorazioni, con una singolare dolcezza negli sguardi dei soggetti, affine a questo tipo di produzione veneta fino al tardo settecento.