Il fondo è costituito da oltre 200 fotografie, tra albumine e gelatine ai sali d'argento, scattate da Don Colbacchini nella sua missione in Brasile tra i Bororos.
Antonio Colbacchini fu missionario, etnologo e fotografo che giovanissimo partì per il Mato Grosso per piantare croci lungo il Rio das Mortas, dove i suoi compagni vennero trucidati da Bororos. Su questa tribù per primo scrisse saggi (presenti in collezione), utili per il giovane Claude Levi-Strauss, che sui Bororos scriverà "Tristi tropici".
Sacerdote salesiano, l’anno successivo alla professione perpetua parti con don Balzola per il Brasile dove continuò i suoi studi.
Tra i Bororos studiò la lingua e ne scrisse il vocabolario affettuosamente viene soprannominato dagli indios: “Cacìco” cioè “capo”.
Nel 1949, nonostante l’età avanzata, con coraggio riuscì ad avvicinare e a conoscere la popolazione Xavante: fu il primo missionario a prendere contatto con questi Indios, rivelatisi molto aggressivi.
Il Governo Brasiliano conferì a don Colbacchini la massima onorificenza dello stato: il “Cruzeiro do Sul”.
Ordinamento
nessuno
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